"Nonno, giorni fa a scuola la maestra ha parlato della vista. Alla fine ha detto che gli occhi possono vedere tutto. Che nulla può nascondersi là dove si posa la vista."
"Brava la maestra Riiley. Anche se non è proprio cosi Jonathan. Gli occhi non possono vedere tutto.
Per esempio non possono vedere la musica, il suono, la poesia, il respiro, come non vedono il calore e il piacere. Altrettanto il rumore della pioggia, del vento, delle onde che frangono. Che dire poi del canto delle balene, del cinguettio degli uccelli e del mormorio del mare? Del tuonar di Giove Pluvio o di un maroso la sua furia? Ma sopratutto non vedono il vero agitarsi della vita: l'amore e le sue emozioni. Ecco piccolo Jonathan, di tutto ciò gli occhi non vedono che le relative manifestazioni del loro agire. Ad esempio un forte vento che colpisce una fragile canna e la spezza.
"Che cosa è l'amore nonno?"
"Domanda da forte capogiro figliolo. E tu non vuoi ch'io cada per questo, vero?"
"No di certo nonno."
Avrai tempo per sapere e conoscere dell'amore. Devi crescere qualche numero in più di scarpe, caro nipotino. Guarda lassù Jonathan. Lassù tu vedi un universo di corpi celesti. E lo vedi come lo vedono tutti gli occhi del mondo. Anche di coloro che un giorno ipotizzarono si sia formato da una scintilla chiamata Bing Bang: l’esplosione che generò l'universo. Ma l'attimo prima di quella indecifrabile esplosione, resta tutt'ora un mistero. E pure i misteri non si vedono. Ecco, così è l'amore."
"Allora nonno il mondo è forse cieco?"
"Non del tutto, ma in gran parte. Nei suoi limiti, all'uomo è stato concesso di vedere tutto il possibile materiale. Anche lontano. Guarda ancora lassù Jonathan. Quante stelle vedi brillare?"
"Tante nonno. Tante."
"Già. Tante. Eppure non possiamo vederle tutte. Sia per la loro magnitudine, sia per loro lontananza. A volte anche la più vicina. Come la faccia nascosta della luna."
"Magnitudine? Che cosa è nonno?"
"E' la misura convenzionale che determina la luminosità dei corpi celesti."
"Wow! Quante cose sai nonno. Comunque la luna non è una stella, vero?"
"Vero. Però splende ugualmente per grazia del sole. In questa notte chiara e profonda tu vedi ovunque il suo biancheggiare e non la sua vera luce. Così io vedo te e tu vedi me."
"Allora tu sei la luce nonno?"
"Come tu lo sei per me, caro Jonathan. Ora andiamo figliolo. La mamma ci chiama. Fra poche ore è Natale."
Bellissima storia interessante la sua morale.
RispondiEliminaCon gli occhi non possiamo vedere o cogliere tutto ciò che ci circonda.
E' stato piacevole passare da te.
Buone feste, Rachele
Grazie Rachele. Non so da dove sei caduta, ma credo negli Angeli. Serene feste anche a te e ai tuoi penetranti soffi:-)
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