martedì 24 novembre 2015

L'ultimo volo


splendente
come si conviene a un re
è il tuo vestale
canto di vergini cherubini
non una piega stona

squilla il Gabriele 
il gran frastuono è cominciato
su dorata nube d’aria e di vapore
risiedi grande alla tua luce
come un Zeus sull’alto Olimpo
con le sue dee e le sue ninfe

è l’ultimo volo che si spiega
sol’io ti vedo 
in questo innominato mondo
 son ciechi altr’occhi
a quest’immenso azzurro 
e battere non possono altr’ali
in quest’aria di niente e nulla

un ultimo sguardo
laggiù
dove s’appresta Fato
 e s’agita la vita
dove sempre il grande millepiedi
in molte pene e poche gioie
ancor s’affanna
e scrive il tempo 
l’albo della storia

un ultimo sguardo
laggiù
per vedere nel vasto stormo
quel che mai ho visto
 se non in sogno
dolce creatura di bianca piuma
sol’io ti vedo figlia di Bellezza
sono ciechi altr’occhi
in quel silenzio buio

vola gabbianella
apri il tuo fiore al cielo
e non temere mai una fitta pioggia
dell’ultimo mio volo
non è che immensa lacrima
or già spezzata in gocce



Amore e Morte



Un vasto travaglio la vita
Cieli di angeli infranti
Di gabbiani voli spezzati

Cuori sommersi di terra
Di sangue piene le zolle
Di lacrime laghi le orme

Amore quanto ti ho cercato
Disperato dissennato perduto
Fra mille corpi senza vita

Pietra e su pietra cadute
Come grevi grani di sabbia
Su corpi vestiti di morte

Fra macerie di ossa innocenti
Ancora boati e gridi nell’aria
Quando pietosa polvere piange

Amore a lungo ti ho cercato
Fra i cuori amici dei nemici
E il vano e l’invano dell’odio

Amore quanto ti ho cercato
Fra puri angeli e neri diavoli
Caduti senza urlo di vittoria

giovedì 5 novembre 2015

La poesia



la poesia è una confidenza che si dona sottovoce all’orecchio di un udito speciale. Consegnare sottovoce il proprio cuore non è la stessa cosa che consegnarlo ad alta voce: si può donare il corpo fra urla e grida, ma non il cuore



ancora l’orchestra del pensiero
non concertava le parole
riposte erano le nostre poesie
quando ancora nell’infinito otre
giacevano i venti
e quando  ancora nessun suono
frastornava l’aria
e nessuna eco
rimbalzava fra le pareti del mondo
ecco
già nell’anima
cadere il primo verso
e rompere i suoi argini
l’emozione

domenica 1 novembre 2015

Farfalla variegata


più non sento
quel diminutivo caro
che tanto vezzeggiavi
 per un udito solo 
un suono che vibrava
 armonioso e variegato
fra erbe aria e mare
come volo di farfalla
su fiori delle mie zolle

lo sussurravi con amore
tenendo fra le mani
 viso di cucciolo beato
come innocente bimbo
 sul seno della madre
e dentro agli occhi miei
 tuoi erano lo specchio
 dolci e languidi sussurri
teneri e violenti amplessi

lo specchio di un romanzo
scritto con baci di parole
e ora nulla più nell’aria
 non più sillabe né vocali
di quel diminutivo caro
e farfalla variegata
più non fermi l’ale 
 più non posi il volo
s’un appassito stame